La tesoreria in azienda: i regolamenti intercompany
- Alessandro Burlando
- 16 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Oggi vorrei trattare un argomento riguardante tutte le aziende che hanno più società: le dinamiche per il regolamento delle poste intercompany. Questo è un aspetto molto meno gestito di quanto si potrebbe pensare e anche aziende di grandi dimensioni sovente non hanno un meccanismo efficiente in tal senso.
Eppure, questo è un tipico esempio di “quick-win” che è facilmente attuabile e senza precondizioni vincolanti.
In linea di principio, ogni trasferimento di denaro che non è “verso” o “da” soggetti terzi, rappresenta un’inefficienza, sia in termini di costo e tempo, sia in termini di processo. Il trasferimento di denaro tra società del gruppo, in altre parole, dovrebbe essere limitato alle sole operazioni indispensabili e, in quest’ottica, il regolamento di poste tra società del gruppo dovrebbe seguire questo principio.
Veniamo alla costruzione pratica del sistema di regolamento intercompany.
Ogni società deve aprire un conto corrente di corrispondenza presso la capogruppo (o la società del gruppo che svolge funzioni di tesoreria/netting) sul quale regolare ogni transazione, sia di natura commerciale, sia di natura finanziaria. Il regolamento avviene con la semplice annotazione contabile sul conto di corrispondenza, senza alcuna movimentazione fisica di denaro.
A titolo esemplificativo, possono essere regolati sul conto di corrispondenza:
1. Incassi e pagamenti relativi a transazioni di natura commerciale con la capogruppo
2. Incassi e pagamenti relativi a transazioni di natura commerciale tra società
3. Finanziamenti erogati dalla capogruppo alle società per le loro necessità finanziarie

Nel caso (1), se ipotizziamo, ad esempio, che la società A deve regolare una posta commerciale di 10 Euro con la capogruppo, sarà sufficiente addebitare il conto di corrispondenza della società, come indicato in figura.

Il caso (2) è simile. Se ipotizziamo, ad esempio, che la società A deve regolare una posta commerciale di 10 Euro con la società B, sarà sufficiente accreditare il conto di corrispondenza della società B e addebitare il conto di corrispondenza della società A, come indicato in figura.

Il caso (3) sarà registrato come i primi due, tranne il contestuale trasferimento dei fondi. Per evitare inefficienze, sarà necessario verificare se la richiesta può essere evitata con un intervento da parte della capogruppo (es.: pagamento di un fornitore che può rientrare in un servizio di payment factory).
La soluzione descritta può essere attuata senza alcuna condizione preliminare e può essere successivamente “arricchita” di funzionalità man mano che l’azienda procede a strutturare la funzione di tesoreria, partendo dall’elemento fondamentale: la procedura di cash management.
Ogni gruppo, infatti, dovrebbe disporre di una procedura di cash management (a cui deve seguire una formalizzazione contrattuale), che deve contenere gli obbiettivi e le linee guida che l’azienda segue nella gestione delle risorse finanziarie e una sezione dovrebbe essere riservata al regolamento delle poste infragruppo.
A questo punto sorgono diverse domande:
Cosa dovrebbe contenere nel dettaglio una procedura di cash management?
Come si procede a una sua formalizzazione contrattuale?
Quali sono i benefici che si otterrebbero?
Quali sono le successive evoluzioni del sistema di tesoreria?
A questi e ad altri interrogativi cercherò di dare risposta in successivi articoli e nel frattempo sono a vostra disposizione per approfondire l’argomento.
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